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Il marito di Jenet (il guru della Giustizia)

Mentre la nostra Jenet continua a dar prova del suo virtuosismo artistico sul set della struttura ospedaliera/universitaria d’eccellenza (omissis …(3), il marito porta in giro in tournee – da perfetto mattatore del palcoscenico, lo spettacolo della “testimonianza”, ovvero: (sottotitolo) “il coraggio, l’educazione alla legalità” di città in città, di paese in paese, di scuola in scuola, non disdegnando manifestazioni varie che spaziano dalle commemorazioni della Resistenza alle Fiere di paese, prediligendo un’area territoriale nella provincia di Torino, che casualmente – considerandone la delimitazione – può far ritenere trattasi di Collegio Elettorale; come, – considerando l’atteggiamento del nostro istrione, che va assumendo di giorno in giorno i tic e le gestualità comportamentali di certi politicanti di antica memoria – può far ritenere che questi possa nutrire delle velleità politiche. La cosa non potrebbe stupire, in quanto, supportato da un battage pubblicitario – in ogni dove e situazione – da una precisa fazione politica che lo ha eletto al suo interno, – e non solo – a portavoce della Legalità! In questo caso specifico però, sorge legittima l’esigenza di domandarsi se tutta questa singolare Campagna Elettorale del “testimone”, – compresi i relativi costi – sia da addebitarsi a tutti i cittadini/contribuenti (anche di credo politico opposto) od invece allo schieramento che lo promuove.

Tutto in questa vicenda, portata alla luce da un’abnorme “assunzione”, è un susseguirsi di contraddizioni: lo sbandieramento verbale di legalità ad ogni piè sospinto e la messa in atto concreta dell’abuso; l’esternazioni enfatiche di umiltà e sofferenza e le palesi manifestazioni di prepotenza e supponenza; le dichiarazioni veementi di privazioni e vessatoria emarginazione sociale/lavorativa e la reale situazione esistenziale ed economica, come di seguito riportata.

A questo punto non rimane, dibattendosi tra ilarità e sgomento che prendere visione di quello che è stato il percorso umano/artistico del marito di Jenet prima di arrivare a fare “campo base” nella nostra Città.

Premessa: a costo di essere tacciata come minimo di blasfemia, (osando mettere in dubbio la coerenza e lo spessore morale, di tale immaginifica ed immacolata figura) vorrei precisare che trattare di pentiti o similari non è mai stata la mia massima aspirazione e se non fosse che mi è stato fatto il “regalo” di trascinarmi dentro questo scenario surreale e grottesco abusando della mia buona fede, avrei continuato beatamente a non curarmene, avendo sempre ritenuto il “pentimento” così come inteso nel contesto giudiziario, un utile strumento insieme ad altri finalizzato al conseguimento di un preciso obiettivo, pur discostandomene eticamente. Quindi, in quanto, mi costerebbe fatica riuscire a riportare la storia “ufficiale” del guru della Giustizia in maniera esauriente e particolareggiata non inquinata da personali considerazioni, preferisco indirizzarvi – per una attenta lettura “laica” – a consultare sui siti gli Atti ed i resoconti stenografici (tutti!) del Senato, della Camera e del Ministero dell’Interno.

Posso anticiparne l’epilogo: nell’Audizione della “Commissione Centrale sui programmi di protezione” del 14 maggio 2009 si evince che il “guru delle Giustizia” ha rifiutato un “indennizzo” (da parte dello Stato) di oltre 5 milioni di euro! (nostri!). (25) Questo dopo anni di estenuanti lanci e rilanci, ivi compreso un minacciato “sciopero della fame” (26). Infine, nell’udienza del 10 giugno 2009 si è arrivati alla definizione con l’accettazione da parte del guru di tutte le misure di capitalizzazione (denaro), più ristoro (casa, stipendi, rimborsi spese ed altro) e tutela (scorta ecc.): il lucroso “banco” è suo! (27) A tutt’oggi non è dato conoscerne l’esatto ammontare, sicuramente superiore all’ultima offerta! Il nostro guru si era risentito parecchio – in precedenza – della non secretazione di questi dati, adducendone l’inopportunità, in quanto avrebbe potuto esporre gravemente a rappresaglie la propria famiglia rimasta in Calabria! (28) Eventualità da scartare se non si vuole negare la realtà, che ha visto un suo fratello ricoprire la carica di vicesindaco del suo paese per ben 12 anni! (29) Qualcosa vorrà pur dimostrare! (un po’ strano, considerato che normalmente nelle realtà mafiose i familiari dei pentiti vengono equiparati a questi e ne subiscono conseguentemente l’ostracismo, a dir poco!) Paese che peraltro il nostro guru ha sempre tacciato di indifferenza, insensibilità e mancata solidarietà nei suoi confronti. Diciamo piuttosto che se si viene a sapere che: alla villa, alla scorta, alla Mercedes blindata, all’incarico di Consulente dello Stato in un non ben identificato Apparato/Organo/Ente (?) (30) che dir si voglia, all’impiego della moglie, ai viaggi, ai rimborsi spesa ed indennità/stipendi vari – menzionati sopra – e chissà quant’altro, ad aggiungersi un tesoretto/liquido di ben oltre 5 milioni di eurola qual cosa rischia di intaccare pericolosamente l’immagine così faticosamente ritagliatasi di vittima dell’’ndrangheta e di povero tapino abbandonato dallo Stato!

n.b. benefici erogabili a tempo indeterminato, una sorta di lucroso vitalizio reversibile (probabilmente perpetuo) alle generazioni a venire …

In sovrappiù ai benefici su esposti, a questo signore, nel 2008 è stata conferita la Cittadinanza Onoraria della nostra Città! (31) Invece sono occorsi – ai nostri Amministratori – ben quasi 4 decenni per accorgersi dell’esistenza di un UOMO, un certo sig. Ernesto Olivero che dedica la sua vita alla comunità torinese con un’opera altamente meritoria, condotta con determinazione e costanza quotidianamente, senza appoggi politici e strombazzamenti autocelebrativi di sorta; per conferirgli – in questi giorni – la Cittadinanza Onoraria!!! (32) Includendolo meritatamente nell’elenco degli insigniti che vede spiccare i nomi di Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco, Andrej Sacharov, Nelson Mandela, Albert Sabin … (33) A questo punto parafrasare un nostro noto politico è d’uopo:”Ma che c’azzecca il guru?”

Che dire poi della recentissima dolente esternazione del guru scaturita da un intervento in una trasmissione televisiva:”… non ho lavoro … devo aspettare i 68 anni per prendere la pensione sociale”, (34) ma … un po’ di vergogna!? Non ha perso la stucchevole abitudine ad atteggiarsi a vittima! A cosa mirerà ora? L’ultima lagnanza riguarda la scorta: dopo l’arrivo all’aeroporto in Calabria ha dovuto adattarsi all’unica protezione dell’autista (35)! Prossimamente (è sufficiente che minacci un altro digiuno!) gli verrà concesso anche l’uso dell’aereo Presidenziale, l’auto (bandierine tricolore comprese) e la relativa scorta, e nel caso la meta fosse Roma … anche il pernottamento nella dependance presidenziale! Vabbè che è lanciato – essendogli andata “alla grande” al punto di sentirsi legittimato a battere il ferro sin che è caldo, ma …. “prenderla un po’ più bassa!?” (per dirla con un piemontesismo, e per non scadere nel più appropriato “p … più c …!”)

Questo signore – al quale non fa certamente difetto la fantasia, (come già detto in precedenza nell’approfondimento: CHI È JENET”) ad ogni intervento od apparizione in pubblico apporta qualche modifica al repertorio per consolidare il suo passato status, in un crescendo di: “avevo più di 100 operai” – “impiegavo 200 dipendenti” – “davo lavoro a più di 250 operai in Calabria”, le “ipotesi di appalti” sono diventate “cantieri aperti in tre città tedesche”, (36) però! Bisogna riconoscergli un enorme ed esemplare spirito civico se ha rinunciato a tutto questo, (dopo aver elargito bustarelle (37) per assicurarsi appalti – poi non ottenuti, come si riscontra nelle sue dichiarazioni) per non versare percentuali del 3 e 6% sugli importi dei lavori all’’ndrangheta!!! (38) Santo subito!!! Peccato che, di tale giro di affari e di tali assunzioni di personale non si trovi traccia nelle documentazioni ufficiali ed all’Agenzia dell’Entrate il ché ha creato un gran imbarazzo agli addetti ai lavori – a suo tempo – per arrivare a definire le misure di capitalizzazione (quantificazione in moneta sonante) per il risarcimento di cui sopra. (39)

Cosa fa oggi il “testimone di giustizia”, oltre l’aspettare la pensione sociale? Come accennato precedentemente nel capitolo “VOGLIA DI CHIAREZZA”egli si occupa di scorazzare in lungo ed in largo per la penisola a portare il “verbo” (non è un’esagerazione!) un noto settimanale anni fa riportava in copertina l’immagine di Giovanni Paolo II con la scritta “Santo subito” ed in basso in un riquadro la foto del guru! (mi auguro che sia stato frutto di un fotomontaggio da parte dei suoi sostenitori!) (40) e poi al ritorno da una visita ad un campo di sterminio nazista è riuscito con spudoratezza ad equiparare le proprie sofferenze a quelle patite dai deportati (41)! Manca solo che gli si manifestino le stigmate e potrà paragonarsi a Padre Pio! Non è da escludere, che una statuetta della Madonna a casa sua, un giorno non possa lacrimare sangue!

Comunque nel frattempo, il personaggio in questione predilige portare in scena la testimonianza del proprio coraggio ed “educare alla legalità” un pubblico di giovanissimi, (per le ragioni già specificate nel capitolo VOGLIA DI CHIAREZZA”) – sicuro di non essere messo in difficoltà – anche se … ultimamente, nel corso di un’assemblea, – o meglio – al termine di questa, si è giocato la carta della domanda posta alla platea, (il nostro guru malgrado la velleità di “salire” in politica – come direbbe Cetto La Qualunque – ignora che se non si è più che consumati politicanti è rischiosissimo lasciare la parola ad un ignoro interlocutore in una manifestazione pubblica) la domanda verteva su un dilemma che lo lacerava: il rammarico di aver trascinato nelle sue traversie i propri figli … e con espressione angustiata: “Voi che avreste fatto al posto mio?” risposta pronta e concisa da parte di un ragazzino evidentemente attento ascoltatore: “Non avrei procreato!” Silenzio …. ! (42) (vedi periodo riproduttivo in CHI E’ JENET). Pare che da quel giorno siano state date precise disposizioni ai ragazzi: assistere alle rappresentazioni soltanto in religioso silenzio.

Con un pubblico adulto non gli è andata meglio:

in un’altra occasione un giovane ha invitato il guru a dare chiarimenti su contraddizioni e lacune emerse nel racconto fatto della sua vicenda, rispetto a dati e testimonianze riportate nelle documentazioni ufficiali, essendo ben disposto (una volta fugati i suoi dubbi) a riconoscergli la buona fede in quanto veramente impressionato dalla vicenda e dal coraggio da lui dimostrato nel ribellarsi agli atti criminosi che lo avevano visto vittima … Silenzio …. ! (43) (come sopra)

Altra assemblea: un giovane urtato dall’atteggiamento arrogante del “testimone” nel quale ravvisava le caratteristiche proterve di un politicante di bassa lega, è giunto ad affermare che pur impressionato (anche lui) dal racconto, – qualora il narratore fosse stato a caccia di voti – non avrebbe certamente potuto contare sul suo … Silenzio …. ! (44) (ancora come sopra)

Giovane compaesano del guru: che non riesce a capacitarsi come questi abbia in continuazione a denigrare il proprio paese d’origine insinuandone la mafiosità ritenendosi vittima della noncuranza, della mancata solidarietà e sostegno dei propri compaesani ecc. ecc. Conoscendone il fratello, per 12 anni vicesindaco e quindi smentendo una qualsiasi ipotesi persecutoria da parte del paese nei confronti della famiglia. Ricordando che l’impresa del guru era una delle tante che operava nel settore edile, ma non certamente la più florida come da lui dichiarato … Silenzio …!) (45) (sempre come sopra)

Ci si stupisce nel constatare che a un personaggio che ha avuto tante cose da dire a suo tempo ed ancor più oggi – in un crescendo parossistico di eloquenza pseudo social/politica – manchino gli argomenti e le parole per ribattere e per rispondere ai quesiti che gli vengono posti!

A conclusione, posso aggiungere una mia personale riflessione ponendo una domanda: quanti “testimoni di giustizia” vedove, figli, genitori di personale di pubblica sicurezza, agenti di scorta, magistrati, giornalisti, vittime di atti di terrorismo e di agguati di mafia, possono aver usufruito di un tale trattamento economico e tali alti riconoscimenti in passato? Quanti di questi – nel presente – possono contare su cotanti contributi ed eguali tutele?

Nel capitolo “I TESTIMONI DI GIUSTIZIA” si potrà prendere visione del calcolo delle “liquidazioni” a questi destinate e le disposizioni di legge in merito al “ristoro” sotto forma di sussidi mensili.

Inoltre si potranno conoscere i parametri usati per definire l’ammontare diversificato di indennizzi, sostegni, ecc., per la tipologia “collaborazionista”: PENTITO – COLLABORATORE DI GIUSTIZIA – TESTIMONE DI GIUSTIZIA.

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