(ARTEFICI DI … LEGALITA’ !)
Intanto, affannosamente, sempre a tempo di record, portandosi avanti nei lavori, il prof. Pigmalione, si è già da tempo attivato: 1° con il blindare la struttura ( sempre a spese nostre beninteso!), provvedendo innanzitutto a far installare – in tutta l’area ospedaliera – armadietti dotati di serratura ad uso degli utenti atti al deposito obbligatorio (pena acide e prepotenti reprimende unite alla minaccia della preclusione all’accesso delle prestazioni sanitarie) di capi di vestiario, borse e quant’altro (dove banchettano giubilanti colonie di batteri, microbi e parassiti vari – considerato il continuo, ripetuto e notevole utilizzo – in barba ad ogni più elementare norma igienica! Ma cosa volete che sia la realtà della recrudescenza di malattie ormai considerate debellate ma di recente tornate pericolosamente in auge unite alle attuali, non meno preoccupanti, che la promiscuità favorisce!?). 2° con il precludere al paziente la possibilità di farsi accompagnare nell’area di cura da persona di propria fiducia. Insomma, tutti zitti e a cuccia: giovani, vecchi, bambini, intruppati disciplinatamente con il loro bravo numerino (a quando la pettorina con l’identificativo a caratteri cubitali e la perquisizione personale?). Il tutto a scopo cautelativo, per scongiurare l’eventualità che qualche malintenzionato possa presentarsi animato da cattive intenzioni al cospetto della sua protetta!
Nessuna definizione potrebbe risultare più confacente per Jenet, in quanto, questa sublime creatura dalle doti umane e professionali incomparabili, altro non è che una “pentita di ‘ndrangheta”, pardon! “testimone di giustizia”, meglio precisare … In sovrappiù ancora in Programma di Protezione dello Stato, con tutto ciò che comporta: più avanti tutti i dettagli sugli ingentissimi relativi costi, (sempre a nostro carico ovviamente!).
Inoltre, nel capitolo “I TESTIMONI DI GIUSTIZIA” si avrà modo di verificare quanto possa fregiarsi di questo titolo la nostra “sfilettatrice” in considerazione “dell’attività giustizialista” passata ed in quella presente di “artefice della legalità”, come si evidenzia in questa vicenda!!!
Qui si spiega il tempestivo interessamento del prof. nel definire gli interventi di messa in sicurezza anti intrusione/rappresaglia nella struttura sanitaria, nel caso la scorta armata personale (sempre a nostre spese) non fosse sufficiente! Ad ogni buon conto, a mio parere, sarebbe stata più consona alla “grandissima donna” Jenet una bella collocazione lavorativa in caserma o ancor meglio in casa circondariale strutture già attrezzate allo scopo per loro natura e dove – notoriamente – scarseggiando ludici svaghi questa soap trash avrebbe ricevuto miglior accoglienza ed apprezzamento, nel contempo noi ci saremmo risparmiati la continua tensione di guardarci intorno, perché … non si sa mai!
Perché, guarda caso, “pentita” o “testimone di giustizia” per gli utenti, (Sì! Noi! Quella “massa” di sfigati – giovani, vecchi e bambini che le consente di vivere con ogni agio) non fa alcuna differenza! Se non che … oltre a rischiare la nostra incolumità nelle mani incompetenti di una sedicente dottoressa, rischiamo anche solamente accedendo alla struttura ospedaliera, ed ancor più, trovandoci nella traettoria di tiro di Jenet (nella malaugurata ipotesi di una rappresaglia ordita da qualche personaggio fatto oggetto in passato delle sue “giustizievoli attenzioni” – anche lui incurante della sottile distinzione di genere – ) di rischiare pure la vita!
Sorge spontanea una domanda a proposito di rischi: nella polizza assicurativa obbligatoriaper medici ed ospedale (sempre a nostre spese, ovviamente) è stata inclusa la particolare “copertura” per potenziali rischi a terzi derivanti da “rappresaglie” di stampo mafioso? O piuttosto e’ già contemplata nella voce “calamità naturali” e/o “eventi catastrofici”? Sarebbe interessante accertarci se la Compagnia di Assicurazioni ha provveduto in merito.
Precisazione all’indirizzo di coloro che potrebbero obiettare che si voglia creare allarmismo: la potenzialità del pericolo non è determinata dal portare a conoscenza la realtà di una “situazione allarmante”, (cosa per altro doverosa!) quanto l’averla in maniera scellerata (non altrettanto doverosa!) creata ad arte confidando nella “fortuna” che questa restasse segreta in tutte le sue poco edificanti sfaccettature!
A questo punto verrebbe da domandarsi se questo singolare prof. (omissis ….(2), non si sia lasciato un po’ prendere la mano dall’entusiasmo, se l’essere stato il predestinato baciato in fronte dal fato che gli ha offerto l’onorevole opportunità di rendersi artefice della felice riuscita di questa “installazione” sposandone anche l’implicita lodevole causa, (ivi compresi i relativi effetti, nell’aggiudicarsi a pieno titolo – in senso positivo o negativo – l’appellativo di “amico dei pentiti”) l’abbia gratificato al punto da fargli buttare nella “tazza” ogni etica umana e professionale. Certo, è ammirevole la noncuranza e l’elasticità morale che dimostra nel discostarsi con così grande naturalezza dai dogmi dell’etica professionale (a proposito di Principi e Regole del Codice di Deontologia Medica e di quel vetusto, quanto ormai obsoleto giuramento di Ippocrate (9)! Ma, si sa! Anche in età matura, è più facile prendere cattive abitudini piuttosto che buone, soprattutto se portatrici, le prime, di un qualche benefico riscontro, e per la serie:”nemmeno un cane muove la coda per niente” e “pensare male è peccato ma difficilmente si sbaglia ……. ”
